giovedì 29 gennaio 2009

NEL MONDO DI DAVID BECKHAM


David Beckham uomo del giorno in casa Milan. Il capitano della Nazionale inglese ha catturato le attenzioni della critica e l'affetto dei tifosi in sole 4 partite: ben presto gran parte di chi lo additava solo come 'figurina' e hollywoodiana comparsa sul palcoscenico della serie A ha dovuto ricredersi. C'è ancora chi si nasconde dietro un sorrisino, sia chiaro, ma sprattutto a causa del contratto 'a gettone' che Dave ha stipulato col Milan: è evidente che è strano vedere giocatori 'di passaggio', per soli 2-3 mesi, peraltro in un club di tale portata. Tuttavia il ragazzo ha voglia di grande calcio, voglia di Milan, e potrebbe dire 'no grazie' ai milioni dei Galaxy, sciogliendo il contratto che lo lega alla casa americana. Restare al Milan anche a costo di tagliarsi lo stipendio: non sarebbe il primo. E allora sì che la favola Beckham sarebbe davvero entusiasmante, perchè andrebbe a braccetto con la storia di una stagione, quella rossonera, in cui nessuno vuole smettere di pensare positivo. Beckham e il Milan vogliono vincere insieme. A maggio.

TANTA UMILTA'- Chi si aspettava un ragazzo pieno di se, glamour e poco avvezzo a certi rapporti sociali si è sbagliato di grosso: la qualità numero uno mostrata da David Beckham in questi primi tempi rossoneri è la semplicità. Si allena come uno qualsiasi e non come uno che ha vinto tutto con Manchester United e Real Madrid: e questo ai compagni piace molto. L'inglese si è infatti subito inserito alla grande nel gruppo, ride e scherza con tutti. Anche con gli assistenti di Ancelotti. Un tipo in gamba che sa farsi volere bene: l'immagine del super figo in mutande che notate per le strade delle metropoli è solo una farsa necessaria per questioni di marketing. La presenza di cotanta moglie ha solo ingigantito gli effetti del business system. Dietro lo spot ci sta un ragazzo come tanti, che ha ancora tanta voglia di giocare a pallone.

NUOVO REGISTA- In campo Beckham serve. Chi dice che l'inglese sia una mossa solo per vendere magliette si sbaglia così come si sbaglia chi lo dipinge come divo snob: Dave è un mix tra Pirlo e Gattuso, nel senso che ha le geometrie e la classe da regista del primo unite alla forza del secondo, con tutte le caratteristiche del mediano lottatore: un centrocampista più che completo dunque. Ancora una volta è errata la favola del giocatore che ha paura di sporcarsi la maglia. Grazie ai cambi di gioco chilometrici Beckham ha portato nuovissime soluzioni ad un Milan che giocava solo in un modo, cercando di offendere per linee vertiali sulle fasce. Con Dave si cambia lato del campo in maniera improvvisa, e tremendamente veloce: l'efficacia dei suoi lanci lunghi a ribaltare l'azione è marchio di fabbrica che i fans rossoneri hanno già imparato ad apprezzare. Così Beckham può rappresentare un ventaglio di soluzioni molto ampio nella rosa di Ancelotti, ricordando tra l'altro che segna molto (punizioni e non solo): 113 reti in carriera solo con le squadre di club.

ESPERIENZA- Conta anche la storia. Troppe figurine non fanno una squadra, ma un palmares denso di storia non necessariamente ti riduce a figurina. Beckham non lo è, nonostante 7 scudetti e una Champions League sulle spalle. Becks, londinese classe '75, entra presto nel Manchester United e debutta in prima squadra a 18 anni. Mister Ferguson lo manda in C a farsi le ossa, al Preston North End. Qui il giovane Dave impara a lavarsi la maglia da solo, a rispettare i compaagni, a prenderle in campo. Quello che torna allo United è un Beckham di prospettive altissime, che gioca 40 partite in tutte le competizioni e inizia a farsi conoscere come centrocampista dinamico dal cross facile. Nelle due stagioni successive l'esplosione è totale, anche in campo europeo: il biondino segna 12 gol nel '97 e 11 l'anno dopo, completando una maturazione che ora lo vede anche bravissimo in fase realizzativa. In campo nazionale lo United fa incetta di campionati, e Beckham è una delle stelle di mister Ferguson: con lui, tra gli altri, Giggs, Roy Keane, Solskjaer. Il 1998/99 è l'anno d'oro: un grandissimo Manchester vince l'ennesimo scudetto ma soprattutto si laurea campione d'Europa, strappando una Champions League soffertissima al Bayern Monaco. Il successo matura nei minuti finali, la coppa alzata al cielo incorona un Beckham ormai maturo su ogni palcoscenico internazionale. Tecnica e forza, palle recuperate e cross al bacio, discese imprevedibili e calci piazzati squisiti: un fuoriclasse completo. A dicembre arriva anche l'Intercontinentale. Purtroppo in Nazionale non arrivano le stesse fortune nel corso dei vari Mondiali ed Europei: inoltre il matrimonio con Posh Spice aumenta gossip, polemiche e leggende metropolitane di cattivo gusto attorno a Beck. Ormai al massimo livello calcistico, nel 2003 l'inglese viene chiamato dal Real Madrid per rimpolpare la colonia di Galacticos: lascia lo United dopo 394 presenze e 85 reti! In blanco i primi anni non sono facili: il numero 23 si fa apprezzare per le sue doti ormai celebri ma la squadra, questa sì piena di figurine, non convince. Ci vuole Fabio Capello, che nel 2006/07 riporta lo scudetto a Madrid. Nella stagione più sofferta di Beckham, che viene prima accantonato e poi rilanciato alla grande da don abio: l'apporto del britannico, con prestazioni super e i soliti gol su punizione, è determinante. Eppure David deve lasciare Madrid: nel periodo 'duro' aveva infatti firmato con i Los Angeles Galaxy, anticipando il finale di carriera di qualche anno a peso d'oro. Sembra il declino: prima stagione giocata solo in parte, seconda conclusa in bassa classifica e, soprattutto, senza emozioni per Dave: la chiamata del Milan ha, naturalmente, risvegliato gli ardori del ragazzino che iniziava a sgambettare nelle fila del Manchester United... CLIC: LA SCHEDA DI DAVID BECKHAM.

INGLESI- Beckham, un inglese in un club, il Milan, di chiara matrice inglese: fin troppo facile rievocare la fondazione della società, avvenuta per mano di un manipolo di appassionati britannici inglesi (assieme ad alcuni italiani) nel 1899. Tanti i giocatori di Sua Maestà che vestirono il rossonero in quei primi, eroici anni: Croom, Hoberlin, Lees, Mac, Wade, Williams, Davies, Roberts. Soprattutti ovviamente Mister Herbert Kilpin da Nottingham, il padre fondatore: giocatore poliedrico, nel Milan giocò 23 gare (tante per l'epoca) dal 1899 al 1907 vincendo tre scudetti: uno in attacco, uno a centrocampo, uno in difesa. Sempre decisivo. Il Milan si riallaccia alle sue origini nel 1961, con l'estro e la sregolatezza di Jimmy Greaves: ma il folle inglese, che tanto fa arrabbiare Nereo Rocco, pensa più alle donne e alla bottiglia che ai gol (9 in 10 partite!) e viene rispedito in patria: il 'sostituto', il brasiliano Dino Sani, sarà decisivo nella prima Coppa Campioni. Nel 1983 è la volta del disastroso Luther Blissett, anglo giamaicano che nel Watford di Elton John segnava a raffica ma in Italia diventa una barzelletta: via dopo un solo anno e 5 reti. Va meglio con la coppia Hateley-Wilkins (84/87): il primo è un gracile bomber che paga la fragilità fisica ma esalta i tifosi, soprattutto con un celebre gol di testa che graffia un derby e gli vale l'appellativo di 'collo d'acciaio'; il secondo è un ispirato regista di centrocampo, compassato e dal lancio chirurgico. Saranno il prologo al Milan di Berlusconi, e i loro eredi si chiameranno Marco Van Basten e Carlo Ancelotti.

MILAN-GENOA 1-1 (SERIE A, 21a GIORNATA)

AMARISSIMO FINALE

Il Milan domina una partita da tre punti sigillata dal secondo gol in tre giorni di David Beckham, ma si lascia raggiungere a '3 dal triplice fischio anche a causa di qualche cambio kamikaze di mister Ancelotti.

MILANO. Sembrava una notte perfetta: grande Milan, gran delizia di Beckham, Juve sconfitta a Udine. L'inglese era sulla bocca di tutti per le sue ottime prestazioni, per il gol di Bologna e per la voglia matta di restare al Milan anche dopo l'8 marzo, data del rientro dal prestito dai Los Angeles Galaxi, a costo di rimetterci un bel gruzzolo: dopo tanto vociferare, San Siro si stava gustando un altro show del numero 32 britannico, dai clamorosi cambi di campo alla spettacolare punizione che stava sigillando il match fino a 3 minuti dalla fine. L'unica sbavatura difensiva rovinava però tutto, concedendo al Genoa e a Milito un 1-1 che vuol dire mancato aggancio alla Juve (che resta a +2) e Inter che torna a +7. Ancelotti lascia di nuovo Ronaldinho in panchina, confermando Seedorf e Kaà in appoggio a Pato. La coppia centrale di difesa è ancora Maldini-Favalli: sarà una prestazione importante per entrambi. Soprattutto per il Capitano, che annulla letterelmente Milito sia negli uno contro uno 'semplici' sia nei recuperi disperati, regalando interventi da spellarsi le mani. Non che il bomber rossoblù abbia dato grandi pensieri, sia chiaro, ma il merito è proprio di Maldini che ha saputo mettergli la museruola. Del resto tutto il Genoa è stato ammutolito dal grande Milan del primo tempo, in cui al fianco di Pirlo proprio Beckham si sta rivelando un 'altro regista', che non agisce in verticale bensì in orizzontale grazie alle precississime sciabolate con cui cambia il gioco all'improvviso. Prima occasione proprio per Beck dopo pochi secondi (una bomba da fuori su 'buco' della difesa), poi Dave mette solo contro il portiere Seedorf ma l'olandese non è abbastanza veloce. Altra ottima gara per Clarence, pur fischiato, e Pato, letteralmente ispirato tra slalom, sombreros e accelerazioni da orgasmo: il Meazza se lo gusta entusiasta. Unica scintilla rossoblù, una punizione ben sventata da Abbiati.La superiorità rossonera si materializza alla mezzora: punizione angolatissima, Beckham calcia alla sua maniera e infila il suo 2° gol in 4 partite, esulta con la panchina ed è sommerso dai compagni. Pirlo cerca di emularlo e coglie due traverse due su piazzato. Sembra tutto facile ma nella ripresa il Milan cala; il Genoa si fa via via più propositivo, la difesa regge ma quando Ancelotti opera dei cambi poco azzeccati succede il patatrac: Flamini per l'acciaccato Beckham, Senderos per Seedorf (con Favalli che si sposta a sinistra e Jankulovski che passa a centrocampo) e Dinho per Pato. Senderos viene coinvolto nelgli svarioni della retroguardia e Milito fa fuoco e fiamme: sul primo colpo di testa è sontuoso Abbiati, ma il portiere viene battuto dall'incursione confusa con cui l'argentino pareggia all'87. L'assedio finale del Milan senza centravanti è nullo e alla fine resta tanto amaro in bocca per un'occasionissima sciupata.

MILAN-GENOA 1-1. MARCATORI: Beckham (M) al 33' p.t.; Milito (G)al 42' s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Zambrotta, Maldini, Favalli, Jankulovski; Beckham (Flamini dal 26' s.t.), Pirlo, Ambrosini; Seedorf (Senderos dal 34' s.t.); Kakà; Pato (Ronaldinho dal 30' s.t.). (Dida, Antonini, Shevchenko, Inzaghi). All. Ancelotti. GENOA (3-4-1-2): Rubinho; Biava, Bocchetti, Criscito; Mesto, Milanetto, Juric, Modesto (Jankovic dal 40' p.t.); Thiago Motta (Vanden Borre dal 46' p.t.); Sculli (Palladino dal 19' s.t.), Milito. (Scarpi, Papastathopoulos, Rossi, Olivera). All.: Gasperini. ARBITRO: Gervasoni di Mantova. NOTE - Spettatori 49.907 per un incasso di 887.240,21 euro. Ammoniti Juric, Crisicito, Favalli, Beckham, Ambrosini, Zambrotta, Biava, Flamini, Maldini per gioco scorretto. Angoli. Recuperi 1' pt, 3' st
LE PAGELLE

ABBIATI 6,5 Quel poco che il Genoa combina, lui lo spegne con sicurezza. Soprattutto su un calcio di punizione, prima della prodezza su colpo di testa ravvicinato di Milito nel finale. Sul gol appare spiazzato. ZAMBROTTA 6 Spinta regolare e sempre presente sulla destra: ordinato, non è devastante ma c'è sempre e con utilità. In fase difensiva, forse colpevole di perdersi Milito nell'azione del pari. MALDINI 6,5 Annulla letteralmente Diego Milito, e non era facile per il quarantenne higlander. Nell'uno contro uno non gli fa vedere la palla, amministrando con classe e tranquillità; e anche quando l'argentino sembra in vantaggio, il Capitano recupera con interventi spettacolari incredibili per molti 'terrestri'. Finisce anche lui a soffrire l'assedio genoano. FAVALLI 6 Per 85 minuti buoni lui e Maldini non commettono mezza sbavatura: Professore in tutti i sensi. JANKULOVSKI 6 Come Zambrotta: spinge con diligenza e cognizione. BECKHAM 7 Un gol bellissimo e difficile, su punizione molto angolata, manda in visibilio la torcida e potrebbe lanciare il Milan in classifica; ma al di là di quel gioiellino David incanta con i suoi cambi di gioco improvvisi: ampie sciabolate di precisione chirurgica che mettono sempre un compagno in condizione di attaccare con pericolosità. Lo fa 4-5 volte in modo superbo (FLAMINI sv). PIRLO 6,5 Per ben due volte incoccia la traversa su calcio di punizione: nella notte di Beckham voleva ribadire di essere un Maestro anche lui. Gestisce la regia con fredda sapienza e quando si muove delicato sembra sempre danzare sul pallone. AMBROSINI 6 Il suo gran lavoro di recupera palloni si traduce in un paio di interventi per niente facili. Dedito alla causa. KAKA' 6 Non è in gran serata il fuoriclasse di Brasilia: si distingue più che altro per la gran mole di botte che i genoani gli rifilano. Si procura punizioni e cerca sempre di ispirare una scintilla offensiva. SEEDORF 6,5 Il pubblico lo fischia nonostante l'ottima prestazione: tocchi felpati, presenza assidua in ogni azione. Dopo Bologna aveva dichiarato che il rendimento poco brillante nel girone d'andata era dovuito a problemi fisici e non ad un calo delle sue potenzialità: le ultime uscite confermano che un Seedorf in stato accettabile di forma è sempre un gran vedersi. (SENDEROS sv resta impelagato nei pasticci della difesa). PATO 7 C'è da impazzire nel gustarsi le gesta del ragazzino brasiliano! Schizza dappertutto facendo ammattire i genoani, e gli manca solo il gol. Tre numeri restano impressi: uno slalom doppio in un fazzoletto, una palla alzata a 'sombrero' per uscire dalla morsa di due avversari ed una prodigiosa accelerazione con palla da una parte e lui che scatta via dall'altra in grandissima velocità (RONALDINHO sv ha poco tempo per incidere).

CLIC: NEL MONDO DI DAVID BECKHAM- David Beckham uomo del giorno in casa Milan. Il capitano della Nazionale inglese ha catturato le attenzioni della critica e l'affetto dei tifosi in sole 4 partite: ben presto gran parte di chi lo additava solo come 'figurina' e hollywoodiana comparsa sul palcoscenico della serie A ha dovuto ricredersi. Il ragazzo ha voglia di grande calcio, voglia di Milan, e potrebbe dire 'no grazie' ai milioni dei Galaxy, sciogliendo il contratto che lo lega alla casa americana. Restare al Milan anche a costo di tagliarsi lo stipendio: non sarebbe il primo. E allora sì che la favola Beckham sarebbe davvero entusiasmante, perchè andrebbe a braccetto con la storia di una stagione, quella rossonera, in cui nessuno vuole smettere di pensare positivo. Beckham e il Milan vogliono vincere insieme. A maggio.

COMMENTI A CALDO

GIANLUCA ZAMBROTTA: "C'è un po' di rammarico perchè sono troppe le partite in cui9 siamo stati raggiunti nel finale di gara e in alcune partite giocate in casa siamo calati nella ripresa a differenza del primo tempo in cui creiamo, corriamo e giochiamo di più. Nella ripresa, infatti, abbiamo permesso al Genoa di risalire nella nostra area di rigore e hanno creato più occasioni. E' stato bravo Abbiati nel fare una grande parata. Dobbiamo cercare di migliorare questo aspetto quando giochiamo in casa, creare più occasioni da gol e non permettere agli avversari di risalire. Sono situazioni che vanno riviste a video e commentate insieme all'allenatore. Tutta la squadra ha dimostrato che in questo momento è in un buon periodo di forma. In chiave campionato siamo solo alla seconda giornata di ritorno, il campionato è ancora lungo, ci sarà tempo per recuperare e con i tre punti a disposizione per ogni partita si hanno più possibilità." CHRISTIAN ABBIATI: "Sono arrabbiato perchè se anche nel secondo tempo la squadra non ha disputato un'ottima prestazione, eravamo riusciti a tenere il vantaggio fino all'ultimo e poi il Genoa ha trovato il pareggio. C'è rammarico per questo pareggio, ma da domani dovremo subito pensare all'impegnativa trasferta di domenica sera contro la Lazio perchè non sarà una sfida facile. Loro arrivano da due sconfitte consecutive e avranno voglia di riscatto. Ci saranno alcune assenze in difesa, ma credo che il mister riuscirà a trovare la soluzione più opportuna. La rosa è comunque molto ampia e chiunque verrà chiamato in causa sostituirà gli assenti dando il massimo impegno."

CARLO ANCELOTTI: "Abbiamo fatto un ottimo primo tempo pressando molto alti, forse abbiamo speso troppe energie e nel secondo tempo il Genoa ha avuto la meglio sulle corsie laterali. Non siamo riusciti a vincere una gara che meritavamo, è un passo falso in un momento in cui la squadra sta molto bene e questo mi rammarica. Ci dispiace davvero, la squadra è equilibrata e aggressiva, ma continuiamo a inseguire. Dal punto di vista difensivo il primo tempo è stato molto buono, abbiamo aggredito alti come mai avevamo fatto, nel secondo tempo invece come già detto non siamo riusciti a ripeterci. In ogni caso la squadra in questo periodo sta lavorando molto bene e credo che il campionato sia ancora aperto. Beckham? Ha fatto un'altra grande partita, noi lo stimiamo tutti, ma sul suo futuro è difficile parlare in questo momento. Nel secondo tempo David è uscito per un problema muscolare non grave, nelle prossime ore verificheremo le sue condizioni. Pato? Non credo che la sua sostituzione abbia pesato, quando ci siamo messi a 4 in mezzo al campo non abbiamo coperto come avremmo dovuto, loro hanno fatto marcature molto strette su Kakà e Pato e non siamo riusciti a colpire in contropiede".

CLASSIFICA SERIE A
49 Inter 27 Atalanta
43 Juventus 26 Udinese
41 Milan 26 Catania
37 Genoa 25 Siena
36 Roma 23 Sampdoria
35 Fiorentina 22 Bologna
33 Napoli 19 Lecce
32 Palermo 17 Chievo Verona
31 Cagliari 17 Torino
31 Lazio 14 Reggina

CANNONIERI ROSSONERI: 11 GOL PATO (9 in campionato/ 2 in UEFA/ 0 in coppa Italia). 9 GOL: RONALDINHO (7/2/0), KAKA' (9/0/0). 4 GOL: INZAGHI (2/2/0). 3 GOL: AMBROSINI (2/1/0), SEEDORF (3/0/0). 2 GOL: , BECKHAM (2/0/0), BORRIELLO (1/1/0), SHEVCHENKO (0/1/1). 1 GOL: ZAMBROTTA (1/0/0), JANKULOVSKI (0/1/0), GATTUSO (0/1/0).

martedì 27 gennaio 2009

KAKA', PROTAGONISTA RITROVATO


Da 'ilveromilanista.it'

Non poteva essere che Kakà il protagonista in positivo di questo periodo, di questa settimana particolare in cui abbiamo vissuto emozioni intensissime e sensazioni contrastanti, per una volta non solo e non strettamente legate a vicende di gioco. Il campione brasiliano aveva già fatto qualcosa di grandissimo, dal punto di vista umano, scegliendo di rimanere al Milan e, per una volta, di privilegiare il lato sentimentale rispetto a quello economico, in un mondo come quello del calcio in cui i soldi la fanno sempre più da padrone e condizionano le scelte di società e giocatori; Ricky, però, è andato oltre e dopo la buona prestazione contro la Fiorentina, in quella che avrebbe potuto essere la sua ultima esibizione a San Siro, ha strabiliato tutti a Bologna con giocate di alta classe, trascinando la squadra ad un vittoria netta e importante. Nella partita contro i viola non deve essere stato facile dominare l'inevitabile emozione, visto che c'era uno stadio intero che ha cantato ininterrottamente per lui, ma Kakà ha giocato con grande impegno, cercando con insistenza il gol (che poteva essere uno struggente regalo di addio...poi le cose sono andate diversamente) ed esibendosi nelle sue classiche progressioni che devastano le difese avversarie. A Bologna, finalmente libero dalle pressioni e dalla terribile tensione che deve averlo attanagliato nei difficili giorni della trattativa con il Manchester City, il campione brasiliano ha subito dimostrato quanto sia importante per il Milan averlo in squadra e non nell'album dei ricordi: sotto di un gol ha preso per mano i compagni, ha propiziato la rete del pareggio (realizzato da Seedorf) con un gran tiro dalla distanza che ha costretto Antonioli alla difficile respinta, ha trasformato con freddezza il rigore del vantaggio rossonero, poi ha chiuso la partita già nel primo tempo, duettando a colpi di classe con il connazionale Pato e sganciando un missile terra-aria da fuori area, un devastante sinistro che ha tolto le ragnatele dal sette e ha incenerito Antonioli. Semplicemente fantastico e anche lo sportivo pubblico bolognese lo ha sottolineato, partecipando con sinceri applausi alla standing ovation per il brasiliano, quando Ancelotti ha deciso di sostituirlo con Inzaghi; Kakà ha chiuso in gloria la settimana forse più particolare, intensa ed emozionante della sua carriera, perchè ha incantato in campo, ma, per una volta, il gol più bello lo aveva realizzato dalla finestra di casa sua e con un telefonino in mano, dicendo no al dio denaro e scegliendo l'amore verso la maglia e verso i suoi tifosi; meglio di uno scudetto, meglio di una Champions, ha detto qualcuno riferendosi alla decisione di Kakà di restare al Milan e ciò, più di qualunque altra considerazione, dà l'idea di quanto sia importante questo straordinario campione per questa squadra, di cui ormai è uno dei simboli e da qualche giorno non più solo dal punto di vista tecnico. LA SCHEDA DI KAKA'.

lunedì 26 gennaio 2009

MILANSTORY- 1905/1906: IL SECONDO SCUDETTO

Capitan Kilpin guida il Milan al suo scudetto: un centrocampo super (Giger, Bosshard, Heuberger) e un attacco geniale (Rizzi, Pedroni, Malvano, Trerè, Widmer) sono i punti di forza. E poco conta che in finale la Juventus non giochi per protesta...

I CAMPIONI TRICOLORI

IL MILAN si trasferisce dal campo dell'Acquabella a quello di via Fratelli Bronzetti. Capitan Kilpin è ormai l'unico inglese rimasto in squadra, e veste la camicia rossonera per la settima stagione. E' un Milan brillante e aggressivo, capitanato dal carismatico britannico che lo trascina a traguardi prestigiosi. In porta debutta il giovane Attilio Trerè, 19 anni, fratello del Trerè Alessandro, attaccante rossonero già in pianta stabile in prima squadra. In difesa, al fianco dell'autoritario Kilpin, si piazza l'efficace Guido Moda, aitante trevigiano di 21 anni. La linea di centrocampo è un muro invalicabile: regia nelle mani dello svizzero Giger, affiancato da Bosshard (altro elvetico) e dal tedesco Heuberger. Giger è arrivato dal San Gallo, Bosshard dal Lugano: entrambi hanno giocato contro il Milan in amichevole nel 1905 e, assieme all'attaccante Widmer (altro ex San Gallo), portano in rossonero la loro esperienza internazionale. In attacco, ci sono Pedroni e Trerè I in regia, con il bomber Rizzi pronto a colpire, ben coadiuvato da Widmer e da Malvano, ex capitano juventino che già in passato (1901) aveva segnato contro il Milan. L'ingaggio di Malvano, stella della Juventus campione d'Italia in carica, è sintomo di un Milan che non vuole più fermarsi davanti a nessuno. E a fine anno rivince pure la Palla Dapples.

CAMMINO TRIONFALE. Il torneo inizia nell'eliminatoria milanese con l'US Milanese. Pedroni, ala destra, porta il Milan in vantaggio. I rossoneri raddoppiano con Giger, il fortissimo playmaker che corona la sua partita con una rete in una proiezione offensiva, e chiudono il match con l'acquisto di lusso Malvano. Sembra incredibile, ma a questo punto il Milan si gode il vantaggio e gli avversari rimontano le tre reti. In pieno recupero, l'attaccante svizzero Widmer trova il gol vittoria, con i tifosi in preda ad un vortice di emozioni. Il ritorno finisce 2-1, con altra prodezza del guizzante idmer e raddoppio del Bomber Rizzi. Nel girone finale il Milan deve affrontare Genoa e Juve. Milan-Genoa salta per mancato arrivo dei liguri, che nel recupero danno forfait assegnando al Milan il 2-0 a tavolino. Con la Juve sono invece due battaglie. A Torino vincono loro (2-1), con il portiere rossonero Trerè II che lascia la porta all'olandese Knoote per provare il brivido dell'attacco: se la scelta di Knoote è poco azzeccata, Trerè II segna il gol della bandiera. Ma è meglio rimettersi tra i pali. Difatti a Milano una prodezza del solito Rizzi crocifigge i piemontesi: le due squadre terminano a pari punti, e lo spareggio si gioca sul campo dell Juve che ha segnato più reti. Termina 0-0. La Federazione impone la ripetizione in campo neutro, ma opta per il terreno della US Milanese: sempre a Milano, dunque. Per protesta la Juventus non si presenta, e il Milan è per la seconda volta Campione d'Italia. Kilpin si fregia del suo secondo titolo nazionale, alla guida di una squadra vincente e davvero molto forte, al di là delle decisioni del giudice sportivo.

PROTAGONISTI. Fiero e autoritario come sempre, Capitan Kilpin: sir Herbert si piazza in difesa, e combatte con aggressività per presidiare la porta rossonera. Un capitano vero, che a 36 anni è ancora uno dei migliorifootballers d'Italia. E' lui a guidare un Milan giovane sul trono nazionale, è lui a svezzare i "pinguini" delle giovanili, sempre lui che in campo sbraita e si infuria quando non tutto gira come nei suoi piani: un allenatore in campo, un campione insostituibile, che sotto i baffoni da caporale inflessibile nasconde un cuore d'oro, che si scalda ferocemente per le sorti del Diavolo! Kilpin gioca tutte le 6 partite della stagione. In porta vola il giovane Attilio Trerè, milanese classe 1887. In rossonero Trerè II giocherà per 8 stagioni, sommando ben 75 presenze, e non solo in porta. Anzi, la sua ultima annata (1915) la fa in attacco, realizzando 12 dei suoi 19 gol con il Milan. Era uno che in campo faceva fuoco e fiamme per la passione ardente che ci metteva. Con Kilpin in difesa brilla Guido Moda, di Piavon (Treviso), classe 1885. Un pilastro efficace e costante, che resta rossonero fino al 1912, e in questa stagione gioca 4 partite su 6. La sua riserva è Andrea Meschia, milanese cresciuto nel Milan. Terzino puntuale su cui puntare in caso di mancanza del titolare. Le chiavi del centrocampo sono affidate a Oscar Joseph Giger, svizzero di 26 anni. Ex San Gallo, Giger possiede gran visione di gioco, una buona incursione a rete e soprattutto una grandissima combattività in fase di interdizione. Il centrocampo di quel Milan è affiatato e fortissimo, pressochè invalicabile. Con Giger sputano sangue il connazionale Alfred Bosshard (22 anni), proveniente dal Lugano, e Hans Mayer Heuberger, tedesco. Bosshard porta parecchia esperienza internazionale, nonostante la giovane età; sa interdire e rilanciare l'azione, resta al Milan anche l'anno dopo (altro scudetto) e si rivede nel 1909. Heuberger è nato a Lipsia nel 1882 ed è forse il più lottatore dei 3, che disputano tutte le 6 gare in programma. Alcuni anni più tardi Heuberger riabbraccerà i colori rossoneri, ma da avversario: con la maglia della Juventus sarà infatti uno dei più cavallereschi deja vu di quei tempi. L'attacco confida nel genio bizzoso di Giuseppe Rizzi, un atleta che curava il suo corpo in modo maniacale e che in campo era genio e sregolatezza. Anarchico, ma a suon di gol: 2, importantissimi in questo scudetto. Veronese, si era avvicinato al football a Basilea, ed era entrato nei soci del Milan nel 1904, debuttando in squadra con 1 gol in 2 match. Dopo il titolo, lascia il Milan e fonda l'Ausonia, e nel 1910 debutta in Nazionale; poi torna rossonero, dà un piccolo contributo nel 1911 (1 gol) e l'anno successivo brilla con 12 reti in 15 partite, un bottino ottimo. Rizzi era rappresentante di pellami, e spesso viaggiava in Russia per lavoro. Nel 1913, dopo altre 3 marcature, lascia il Milan per i cugini dell'Inter, dove chiude la sua lunghisima carriera nel 1919. Al suo fianco, l'ala Guido Pedroni, agile e scattante, che con 3 reti è il cannoniere di questo Milan campione. La regia offensiva sta nelle giocate di Alessandro Trerè, milanese classe 1884 e rossonero fino al 1907; dopo 2 titoli si trasferì col fratello a Busto Arsizio, dove fondò l'Aurora (mamma della Pro Patria) prima di chiudere la carriera nell'Hellas Verona, nel 1913. In attacco giostravano anche Widmer e Malvano. Ernst Widmer era di Basilea (1877), aveva già 29 anni e arrivò con Giger dal San Gallo; era centravanti d'esperienza e manovra, giocava di sponda più per i compagni che per la realizzazione personale. Gioca 5 partite condite da 2 reti. Umberto Malvano, invece, era nato a Torino nel 1884 ed era stato tra i fondatori della Juventus. Del club bianconero era divenuto il bomber, la bandiera e la stella; in passato aveva dato diversi grattacapi proprio al Milan, che poi l'aveva ingaggiato mentre prestava il servizio militare a Pavia. Così Malvano, già campione d'Italia conl la Juve l'anno prima, vinse 2 titoli di fila, anche se contro gli ex compagni preferì... assentarsi: per lui 4 gare e 1 gol. In seguito tornò a vestire la maglia bianconera. Tra le riserve spiccava Attilio Colombo, robusto, aggressivo e abbastanza tecnico, che gioca nel Milan per ben 14 stagioni: 40 presenze per lui dal 1905 al 1917. L'altro Colombo, Guerriero (un nome che dice tutto), era al Milan dal 1900. Nato a Salonicco, in Grecia, giocò solo una partita in questa stagiome, come Antonio Sala, centrocampista. Infine 2 presenze (una in porta) per l'olandese François Menno Knoote, di famiglia nobile e appassionato di canto. Un damerino che chissà perchè era finito in un campo da calcio: per proteggere la sua voce evitava di giocare quando pioveva o faceva freddo, era sempre premurosamente intento a misurare la temperatura ambientale e Kilpin disse che "un giocatore così è come non averlo". Un tipo poco guerriero, non da Milan. Non è un caso se, nel 1908, tra i fondatori dell'Inter c'è pure lui...

domenica 25 gennaio 2009

BOLOGNA-MILAN 1-4 (SERIE A, 20a GIORNATA)

KAKA' METTE LA QUARTA

Rossoneri travolgenti a Bologna: travlgono i padroni di casa col possesso palla e i gol di Seedorf, Kaka' (doppietta) e Beckham, al primo centro rossonero. Un rigore dubbio per parte non macchiano la prova di un Milan lanciato all'inseguimento dell'Inter e della Juventus.

BOLOGNA- Grande prova di forza del Milan, che a Bologna si prende il terzo risultato utile consecutivo seppellendo di gol un Bologna che prima va in vantaggio su rigore dubbio e poi resta in dieci per l'espulsione di Mudingay: i rossoneri trovano il pari con Seedorf e vanno in vantaggio con un altro rigore, altrettanto dubbio, realizzato da Kakà. La prova corale della squadra è stata perfetta, ordinata e basata su un possesso palla inattaccabile. Era la giornata di Kakà, dopo il gran rifiuto agli sceicchi del manchester City, e il brasiliano se l'è goduta realizzando anche il 3-1 con una sassata splendida. Alla festa ha partecipato anche Beckham, che ha trovato il suo primo gol rossonero. Ancelotti schiera Senderos in coppia con Maldini dal primo minuto: lo svizzero parte titubante e commette qualche errore di posizionamento nel primo tempo, ma cresce nella ripresa trovando la giusta dimensione. A centrocampo confermati Beckham, Pirlo e Ambrosini, con Kakà e Seedorf in appoggio a Pato. La prestazione dell'olandese è stata finalmente brillante: Clarence è tornato determinante, al di là del gol, e incisivo. In gran forma anche Ricky e soprattutto Pato: nonostante non abbia trovato il gol, il ragazzino è stato un folletto imprendibile per la difesa felsinea. Il Milan trema in avvio quando l'arbitro assegna un rigore dubbio (Amoroso chiuso da Maldini e Senderos) ai padroni di casa, che Di Vaio realizza. La reazione rossonera è immediata e porta presto al pareggio, col tap-in di Seedorf su conclusione di Kakà. Il Milan prende il comando del gioco con una manovra fluida e densa di passaggi e contropassaggi, che a volte si tramuta in autentico spettacolo in area. L'arbitro assegna un rigore dubbio anche ai rossoneri: Kakà raddoppia e spiana la strada al Milan. L'espulsione di Mudingay, che stende Pato involato verso l'area, dà la spallata decisiva al Bologna: Seedorf trotterella a tutto campo, Kakà suggerisce sulle punte, Beckham risponde presente senza mai cercare di strafare, Pato è la variabile impazzita che i difensori non riescono a fermare. La spinta di Favalli e Zambrotta è puntuale e rigorosa nelle sovrapposizioni sempre sincronizzate con Ambro e Beck. La prodezza che chiude la gara è ancora marchio di fabbrica di Musica e Magia, che servito da un colpo di tacco di Patinho al limite dell'area converge verso sinistra e scocca un bolide mozzafiato per il gol del 3-1. Le uniche reazioni bolognesi stanno nei pericoli causati daa un Di Vaio in gran condizione, sempre respinto dai colpi di reni di un Abbiati da applausi. La goleada è nell'aria e così la giornata delle grandi emozioni vede prima Seedorf rinunciare ad un gol fatto per servire a Kakà la tripletta (ma Antonioli para) e poi Beckham trovare la sua prima gioia rossonera (alla terza apparizione): l'inglese irrompe in area sulla destra e scocca un tiro preciso a fil di palo per il 4-1. Nel finale c'è spazio anche per Antonini, Ronaldinho e Inzaghi, ma non accade più nulla e il Diavolo continua la sua rincorsa: forse i rossoneri hanno trovato le misure alle loro potenzialità e adesso guardano allo scudetto più consapevoli della propria forza.

BOLOGNA-MILAN 1-4. MARCATORI: nel pt 9' Di Vaio (B) su rigore al 9', 13' Seedorf (M) al 13', Kakà (M) al 17' su rigore e 43' pt; Beckham (M) al 14' st. BOLOGNA (4-3-2-1): Antonioli; Zenoni, Moras, Terzi, Bombardini; Volpi, Mudingayi, Amoroso (Casarini dal 28' st ; Valiani, Adailton (Rodriguez dal 43' st); Di Vaio (Marazzina dal 39' st). (Colombo, Castellini, Lanna, Coelho). All.: Antenucci (Mihajlovic squalificato). MILAN (4-3-2-1): Abbiati; Zambrotta (Antonini dal 22' st), Senderos, Maldini, Favalli; Beckham, Pirlo, Ambrosini; Kakà (Inzaghi dal 28' st), Seedorf; Pato (Ronaldinho dal 28' st). (Dida, Darmian, Flamini, Shevcenko). All.: Ancelotti. ARBITRO: Tagliavento di Terni. NOTE - Spettatori: 33.691 (di cui 14.860 abbonati) per un incasso di 925.922 euro. Ammoniti: Maldini e Zambrotta per gioco scorretto. Espulso: nel pt 40' Mudingayi per somma di ammonizione. Angoli: 3-2 per il Bologna. Recuperi: 1' e 0.

LE PAGELLE


ABBIATI 7,5 Si erge a baluardo della porta combattendo una sfida nella sfida con l'assatanato Di Vaio: passi il rigore, ma per il resto Cristian chiude la saracinesca a doppia mandata con interventi spettacolari e colpi di reni da incorniciare. ZAMBROTTA 6,5 E' un piacere vederlo alternarsi sincronizzato a Beckham: sovrapposizioni e dialoghi in scioltezza, oltre alle incursioni: come quella che provoca il rigore a favore del diavolo. Lascia il campo al '22 st per una botta. ANTONINI 6 Rileva Zambrotta e porta a termine il compitino. SENDEROS 6 Primo tempo da 5 in pagella: fuori posizione, spesso in ritardo. deve ritrovare gli automatismi. Cresce nella ripresa con alcune entrate più che decise, all'inglese. MALDINI 6 La leggenda amministra la sua gara con la solita tranquillità. E' sempre splendido quando annulla avversari di quindici-vent'anni in meno con la classe e la scioltezza di una vita. Partecipa con Senderos al 'sandwich' su Amoroso da cui l'arbitro fischia il rigore bolognese. FAVALLI 6 Presenza inappuntabile sulla sinistra. BECKHAM 6,5 Corona con il suo primo gol rossonero una prestazione ordinata: dà equilibrio cercando sempre la cosa più facile. Umile. PIRLO 7 Sta bene e lo si vede perchè cerca sempre il numero, la ruleta, il dribbling. Anche in situazioni intricate difensive lui si gira con scioltezza saltando omini rossoblù con nochalanche. Fa girare palla come sa. AMBROSINI 6,5 Sorregge il gran possesso palla col suo lavoro sporco e permette le sovrapposizioni di Favalli. SEEDORF 7 Conferma il detto 'se gioca bene Seedorf gioca bene il Milan': trotterella su tutto il campo con classe e accarezza il pallone con maestria. Segna il gol con una 'rapina' alla Inzaghi e duetta bene con gli altri fenomeni. KAKA' 7,5 Prima partita dopo il 'no' agli sceicchi: il nuovo simbolo di appartenenza rossonera è in palla. Non è il miglior Kakà ma anche così è letale, e i suoi duetti palla a terra con Pato, Seedorf e gli altri sono da gustarsi gli occhi. Freddo sul dischetto del vantaggio, formidabile nel tiro che chiude il match e lo porta a 88 centri rossoneri! (INZAGHI sv gioca gli ultimi minuti). PATO 7 Fa impazzire tutti la sua corsa imprendibile, i suoi scatti da folletto, l'intesa circense con gli altri artisti di casa Milan: è lui che fa espellere Mudingay, è sempre lui che di tacco serve il mega gol di Kakà. (RONALDINHO sv Entra per pato nel finale).

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RICKY KAKA'/ SALE A NOVE GOL STAGIONALI
'NON DOBBIAMO MOLLARE'

RICKY KAKA': "E' fantastico poter aiutare la squadra e aver dato il mio contributo con questi due gol. Sono molto contento perchè in questo anno nuovo siamo ripartiti alla grande, dimostrando quella continuità che prima mancava. Abbiamo conquistato due vittorie e un pareggio, si vedono i progressi di tutta la squadra ed è una cosa molto importante. Ogni partita e ogni allenamento sono utili a far migliorare anche l'intesa con Pato e il mio secondo gol è stata una bellissima azione partita da lui. E' stato bello vedere anche il primo gol di Beckham in rossonero. David ci sta dando una grande mano e speriamo che possa restare con noi ancora per tanto tempo. Lui è un grande professionista, si impegna molto e lavora tanto dando un grande contributo alla squadra. Quando ha segnato eravamo tutti contenti e siamo corsi ad abbracciarlo perchè è un grande. Adesso siamo tutti molto motivati per proseguire con questo rendimento in campionato, fino a questa sera siamo a solo tre punti dalla vetta, la squadra sta andando bene e non dobbiamo mollare." CLIC: KAKA' DI NUOVO PROTAGONISTA.

CANNONIERI ROSSONERI: 11 GOL PATO (9 in campionato/ 2 in UEFA/ 0 in coppa Italia). 9 GOL: RONALDINHO (7/2/0), KAKA' (9/0/0). 4 GOL: INZAGHI (2/2/0). 3 GOL: AMBROSINI (2/1/0). 3 GOL: SEEDORF (3/0/0). 2 GOL: BORRIELLO (1/1/0), SHEVCHENKO (0/1/1). 1 GOL: ZAMBROTTA (1/0/0), JANKULOVSKI (0/1/0), GATTUSO (0/1/0), BECKHAM (1/0/0).
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BECKHAM/ PRIMO CENTRO ROSSONERO PER L'INGLESE
'MILAN, E' TUTTO FANTASTICO!'

DAVID BECKHAM: "Fare gol oggi è stato fantastico, ma al di là di questo la cosa più importante per me e per la squadra è avere vinto. Ora siamo vicino all'Inter comunque dobbiamo pensare a noi, a mantenerci concentrati e a vincere. I compagni, la società e i tifosi, tutti mi hanno accolto benissimo, mi fanno sentire il loro supporto e io li ringrazio per questo."
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COMMENTI A CALDO

BOLOGNA - Un Carlo Ancelotti decisamente soddisfatto ha parlato al termine di Bologna-Milan 1-4 del ritorno alla vittoria in trasferta. Queste le dichiarazioni del Mister sulla prestazione al Dall'Ara: "Una bella vittoria e finalmente un'ottima prestazione fuori casa. Lontano da San Siro non avevamo mai giocato con questa decisione e con questo ritmo. La squadra sta bene e dobbiamo prendere forza da questo successo per le prossime partite". "Le cose che mi sono piaciute di più contro il Bologna sono state la sicurezza della squadra, l'ottima qualità del gioco, la velocità davanti, le tante occasioni create e il sacrificio da parte di tutti. Tutto è andato per il verso giusto ed è questo il Milan che tutti vorremmo vedere sempre. Dobbiamo continuare a lavorare affinchè sia sempre così, perchè questa è la strada giusta per ottenere grandi successi". Le dichiarazioni sui singoli: "L'affetto riservato dai tifosi a Ricky Kakà gli ha dato ancora più forza, più entusiasmo, più voglia di continuare a fare bene. David Beckham dimostra sempre più sicurezza in campo. Le prime partite le aveva giocate più in punta di piedi, oggi invece si è dimostrato ancora più utile e presente nel gioco della squadra. Siamo molto contenti di lui. Quanto a Philippe Senderos, al debutto con la maglia da titolare in campionato, ha recuperato pienamente dal punto di vista fisico e pian piano si abituerà a giocare certe partite. Gare ben giocate come questa gli daranno grande fiducia per le prossime".

CHRISTIAN ABBIATI: "Più che le mie parate per me è importante che la squadra abbia vinto. Sono contento perchè era una partita importante e soprattutto siamo tornati a vincere in trasferta. Ci mancava il risultato fuori casa, così ci avviciniamo ulteriormente all'Inter, stasera staremo a vedere. L'importante per noi è affrontare ogni partita sempre concentrati al massimo come oggi, poi con certi campioni in campo come i nostri è difficile non riuscire a vincere. Complimenti a Kakà per l'ottima partita e a Beckham per il gol, sono due grandi campioni."



CLASSIFICA SERIE A
46 Inter 27 Atalanta
43 Juventus 26 Catania
40 Milan 25 Siena
36 Genoa 23 Udinese
33 Napoli 20 Sampdoria
33 Roma 19 Bologna
32 Fiorentina 18 Lecce
32 Palermo 16 Chievo Verona
31 Lazio 16 Torino
28 Cagliari 13 Reggina

giovedì 22 gennaio 2009

IL PUNTO DOPO IL GIRONE D'ANDATA


MILAN TERZO a sei punti dall'Inter: ci sono stati momenti in cui la stagione sembrava comprpmessa, e in effetti dopo certe batoste (1-3 dal Palermo, 2-4 dalla Juventus) il sogno scudetto sembrava ormai davvero effimero. Invece il Milan si è rimesso in carreggiata con calma e con pazienza, trascinato da un Pato scatenato. L'ultima giornata ha visto il distacco dai nerazzurri calare da 9 a 6 lunghezze: merito dello scivolone dei campioni d'Italia con l'Atalanta, e se nel turno precedente i rossoneri non avessero regalato il pareggio alla Roma di un super Vucinic sarebbero solo a 4 punti dagli uomini di Mourinho.

ANDAMENTO. L'avvio schok del campionato (2 sconfitte con Bologna e Genoa) è stato presto riscattato da tre vittorie di fila: con la Lazio ha iniziato a brillare Pato (4-1), con la Reggina è arrivato l'unico sigillo dello sfortunatissimo Borriello: l'infortunio cronico di marco ha privato il Milan del suo ariete, tutt'ora ai box. Il derby ha segnato la nascita del nuovo amore rossonero: prodezza di Ronaldinho su assist di Kakà e primo fuoco per il numero 80 che diventerà presto protagonista. Dopo uno scialbo 0-0 a Cagliari, il Milan schianta la Samp proprio con doppietta di Dinho. Poi Kakà decide a Bergamo e col Siena, sancendo il sorpasso sull'Inter: è il momento migliore del Milan, al settimo risultato utile in campionato. Striscia che prosegue con il Napoli, matato da una punizione di Dinho, e col Lecce, che però pareggia in extratime. Ancora Kakà piega il Chievo dal dischetto, prima della crisi: 2-2 immeritato e ingiusto col Toro, le scoppole con Palermo e Juve, interrotte solo dall'1-0 al modesto Catania. Il 2008 si chiude in grandezza, con le 5 reti vomitate sull'Udinese: spiccano le doppiette di Kakà e Pato. Il ragazzino è orma debordante: suoi i due gol alla Roma nel pareggio di apertura 2009, suo il guizzo alla Fiorentina nella giornata dell'annunciato,e fortunatamente saltato, addio al Milan di Kakà: Ricky rifiuta l'offertona degli sceicchi e sceglie il cuore, il Milan riparte da lui per azzannare il campionato.

GIOCATORI. Altissimo il rendimento di Cristian ABBIATI: il portierone ha salvato diversi punti in casa rossonera, tornando determinante come nell'anno dello scudetto da protagonista (1999). Davanti al 'cacciatore del sole', la difesa non si è sempre comportata benissimo. ZAMBROTTA era partito molto bene, offendendo e segnando anche un gol con la Lazio; poi però ha continuato a giocare bene senza però fare la differenza come potrebbe. Spesso la coppia difensiva è stata affidata a MALDINI e FAVALLI: l'esperienza ha garantito il minimo indispensabile, ma a volte l'età si è fatta sentire per i due senatori. KALADZE è apparso confusionario, mentre il rendimento alto di un ottimo BONERA è stato bloccato da un infortunio che davvero non ci voleva per Daniele. Positivo l'apporto in ogni fase del sostituto ANTONINI, mentre JANKULOVSKI a volte si è reso protagonista di errori difensivi banali: quando ha giocato invece a centrocampo, suo ruolo naturale, è apparso più utile. Comunque è in ripresa, anche come terzino di spinta.

A centrocampo, dopo il lungo stop PIRLO è in crescita ma ancora non abbiamo visto il suo vero genio. GATTUSO era il miglior rossonero della stagione, ma purtroppo anche lui è stato vittima di un brutto infortunio e si parla di stagione finita. Così tutta l'energia sta nei polmoni di un buon AMBROSINI. Ci si aspettava più brillantezza da FALMINI, mentre SEEDORF appare spesso lento e inconcludente: dopo 5 stagioni stellari e una sufficiente (la scorsa) l'olandese appare in declino. EMERSON come rincalzo è tornato utile e ha reso bene. Lo stesso KAKA' dopo l'inizio a rilento -segnato comunque da gol e rigori pesantissimi- è in crescita vertiginosa, e nelle ultime gare è stato devastante con progressioni, gol e assist. RONALDINHO ha vissuto mesi d'oro e ha segnato gol importanti: spesso su punizione, e senza tralasciare numeri e prestazioni ottime checchè ne dica chi lo accusa di giocare da fermo. PATO è la sensazione degli ultimi mesi: inizia a fatica, si riconquista il posto e alle iniziali prestazioni 'leggerine' accumula spesso dimostrazioni di intelligenza (perchè ha accantonato le evanescenze dedicandosi ai compiti dettati dal mister) e classe superiore: è un'arma letale con la sua corsa, i guizzi e i gol favolosi. Segna come un bomber, e di classe: a 19 anni è lui il craque rossonero. Purtroppo BORRIELLO si è dovuto accomodare presto in infermeria, mentre utilizzati pochissimo sono stati i vecchi INZAGHI e SHEVCHENKO: normale per il primo, più anziano e ormai abituato ad un ruolo alla Altafini. Strano per l'ucraino, che resta in panca anche se sembra in condizioni sempre migliori. IL PAGELLONE DELL'ANDATA.

HANNOVER-MILAN 2-3 (AMICHEVOLE)


HANNOVER (Germania), 21 gennaio 2009 - Dopo la tempesta Kakà; il Milan ha inaugurato la carriera in rossonero di Thiago Silva con una vittoria. L'amichevole di Hannover è finita infatti 3-2 per i rossoneri, passati grazie a una prova convincente. Tedeschi in vantaggio al 10' del primo tempo grazie a un gol di Huszti che si è fatto respingere un calcio di rigore da Dida, recuperando e spingendo in rete. Nella ripresa il Milan ha ribaltato il risultato grazie ai gol di Shevchenko all'8' e di Inzaghi al 10'. Al 29' pareggio di Hanke, ma al 31' ci ha pensato ancora Inzaghi a firmare il 2-3.

HANNOVER-MILAN 2-3. MARCATORI: Huszti (H) al 10’ p.t.; Shevchenko (M) all’8’, Inzaghi (M) al 10’, Hanke (H) al 29’, Inzaghi (M) al 31’ s.t. HANNOVER (4-4-2): Enke; Pinto (Balogun dal 41’ s.t.), Eggimann, Fahrehorst, Rausch; Rosenthal (Zizzo dal 21’ s.t.), Balitsch (B. Schulz dal 26’ s.t.), C. Schulz, Huszti (Schmiedebach dal 41’ s.t.); Stajner (Bruggink dal 21’ s.t.), Forssell (Hanke dal 1’ s.t.). (Jensen, Ernst). All. Hecking MILAN (4-3-1-2): Dida (Kalac dal 1’ s.t.); Bonera (Jankulovski dal 1’ s.t.), Senderos (Hurtado dal 1’ s.t.), Thiago Silva, Antonini; Beckham (Seedorf dal 1’ s.t.), Emerson, Flamini (cardacio dal 30’ s.t.); Ronaldinho (Kakà dal 1’ s.t.); Shevchenko (Darmian dal 21’ s.t.), Inzaghi. (Osuji). All: Ancelotti ARBITRO: Rafati NOTE - Spettatori 40.231. Ammonito Antonini per gioco scorretto. Angoli: 5-2. Recuperi: 0 p.t., 0 s.t.

THIAGO SILVA/ IL DEBUTTO DEL NUOVO DIFENSORE
'BUONE SENSAZIONI'

THIAGO SILVA: "Mi sono trovato bene perchè come avevo previsto è un piacere avere l'opportunità di indossare questa maglia. E' chiaro che in futuro dovrò lavorare ancora tanto. Non sarà facile dover aspettare di giocare la mia prima partita ufficiale, però avrò la possibilità di allenarmi e di mettermi al pari dei compagni a livello tattico. Stasera ho vissuto delle buone sensazioni."

martedì 20 gennaio 2009

KAKA', SCELTA DI CUORE: RESTA AL MILAN!

QUESTA E' LA MIA CASA

'Alla fine ha contato la mia storia, dove sono legato e dove è in realtà il mio cuore. Ora tutti i tifosi sono qui a gridare il mio nome, sono molto contento. Sono a casa con un paio di amici a festeggiare. Il Milan è casa mia, nemmeno per trenta secondi ho pensato di andare al Manchester City. Ora voglio solo stare tranquillo e vincere.'

KAKA' RESTA AL MILAN: 'È stato lui che ha resistito ed io sono felice che il Milan abbia l'onore di schierare tra gli uomini migliori un uomo come lui'. Parole e musica di Silvio Berlusconi, che interviene in diretta al 'Processo di Biscardi' spegnendo in un sol colpo tutte le paure, le polemiche, le discussioni sul trasferimento del secolo. 'Io sono veramente felice di averlo mantenuto in rossonero' prosegue il presidente, 'perché Kakà non è soltanto un grande campione ma anche un grande uomo che ha rinunciato all'offerta del Manchester City dicendo che i soldi non sono tutto, privilegiando la sua volontà di stare al Milan, per l'amore per la sua maglia, per i suoi compagni. Lui si sente rossonero in mezzo all'affetto travolgente di tanti tifosi, preferendo restare la bandiera del Milan.' I tifosi rossoneri, che da giorni si radunavano a cantare sotto la casa del giocatore fino alle quattro di notte, hanno avuto una dimostrazione enorme del cuore grande del giocatore: non sarà un cammelliere qualsiasi a comprare il prestigio del Milan nel cuore del giocatore numero uno al mondo. La stella resta al Milan, i soldi di appassionati improvvisati non copriranno mai il divario con gli squadroni tradizionali: Milan, Real, United, Bayern Monaco. Farsi strappare Kakà, il simbolo, da un City qualunque, sarebbe stato umiliante. Invece l'umiliazione è tutta per i cammellieri, servita su un piatto d'argento da Riccardino, immenso, enorme, leggendario nel legarsi per sempre alla maglia rossonera. Il suo gesto è da podio nel 'libro cuore' della storia societaria: dopo Baresi, che scese due volte in B col Diavolo rabbrecciato, e dopo Rivera che, quando una società mediocre voleva cederlo al Torino a fine carriera (in un'epoca in cui non contava la volontà del giocatore) si ritirò, acquistò il Milan e tornò a giocarvi dopo averlo passato ad una cordata di amici e conoscenti! Il gesto di Kakà nel cuore dei tifosi rimarrà incancellabile, qualcosa di troppo grande per questo calcio: il giocatore avrà stima e rispetto infiniti e la fascia di capitano un giorno sarà sua. Il ritorno a San Siro, ora, sarà una bolgia. Si è affacciato dalla finestra di casa sua, acclamato da un plotoncino di tifosi che da giorni gli stava urlando 'resta', ed ha sventolato la maglia numero 22. Tutto è bene quel che finisce bene.

SCELTA DI CUORE- "Tutti i messaggi che mi arrivavano dicevano di scegliere con il cuore e penso che alla fine questa scelta è stata così. Non è assolutamente economica". E' Kakà stesso a commentare la sua decisione di non cedere alle lusinghe del Manchester City e restare al Milan: "Ci sono state delle notizie, delle voci, tante speculazioni, che in questi giorni fanno fatto anche una brutta idea di mio papà. Non è così, io non ho mai litigato con mio papà. Le mie decisioni sono sempre in famiglia, mia moglie è stata bravissima, mi ha aiutato, mi ha sempre sostenuto in tutte le mie decisioni. La mia famiglia è stata bravissima e in nessun momento mi ha spinto ad andare da una parte o dall'altra. Alla fine ha contato la mia storia, dove sono legato e dove è in realtà il mio cuore". E il cuore di Kakà ha deciso Milan. La stella brasiliana spiega di aver rinunciato ai soldi del City per questo: "Tutti i messaggi che mi arrivavano - dice a Milan Channel - mi dicevano di scegliere con il cuore. E io così ho fatto. Non è una stata una scelta economica. È sempre stato il Milan ad accontentarmi. Devo ringraziare Galliani, Berlusconi, Leonardo che è più di un amico. Ora voglio solo stare tranquillo e vincere. La gara di sabato è stata fuori dal comune, ero molto emozionato, anche dai tanti bambini che mi hanno dedicato i loro disegni. Quando sono andato via dal San Paolo una parte del pubblico mi contestava. Ora tutti i tifosi sono qui a gridare il mio nome, sono molto contento. Sono a casa con un paio di amici a festeggiare. Il Milan è casa mia, nemmeno per trenta secondi ho pensato di andare al Manchester City".

REAZIONI INGLESI- Volevano Kakà, si sono ritrovati con Bellamy. Che, con tutto il rispetto per l’attaccante gallese, non si può certo paragonare all’ex Pallone d’Oro. A mettere nero su bianco il pensiero di molti è stata l’edizione online del “Times” che non ci va affatto leggero con il Manchester City, parlando di vera e propria “umiliazione” per il club più ricco del mondo, mentre sul giornale cartaceo la fine della trattativa (“Kakà deal off”) si merita un trafiletto in prima pagina e una mega-foto del brasiliano che sventola la maglia 22 del Milan dalla finestra di casa sua come apertura delle pagine sportive. E di umiliazione parla anche il “Daily Telegraph” (“Humiliation for City as Kakà snubs £107mil offer”), che pone l’accento pure sulla “severa lezione” impartita dal giocatore rossonero ai miliardari arabi. Della serie, i soldi non sono tutto e nella vita contano anche altre cose. Il particolare della finestra da cui si è affacciato Kakà per sancire la sua lealtà ai colori rossoneri dà poi lo spunto al “Daily Express online” per titolare “Kakà deal out of the window”.

lunedì 19 gennaio 2009

ALEXANDRE PATO CRESCE PASSO DOPO PASSO

L'EVOLUZIONE DEL PAPERO

Un'evoluzione strepitosa, una crescita progressiva devastante: Alexandre Pato sta mantenendo tutte le promesse, e il prospetto di campioncino arrivato a Milanello a soli 17 anni dall'International di Porto Alegre è oggi una delle stelle più luccicanti del campionato italiano. Il debutto con gran gol nel roboante 5-2 al Napoli nel gennaio 2008 sembra ormai lontano nei ricordi, perchè il ragazzino ha sovente aggiornato la cineteca societaria in questi mesi. 9 reti pesanti nella scorsa stagione, non male per il Papero, che ha iniziato presto a segnare e sacrificarsi per la causa: negli occhi di tutti il gol alla Fiorentina nel febbraio scorso, con Pato che segna e poco dopo si infortuna, lasciando il campo in barella. I tifosi rossoneri si preoccuparono non a torto, ma fortunatamente il nuovo numero 7 tornò presto in forma, giusto in tempo per debuttare nella Selecao a marzo. Certo l'eliminazione dalla Champions del Milan è stata una delusione, ma intanto Pato cresceva e prendeva anche la patente. Il finale di stagione (aprile-maggio) è discreto per Pato, mentre Inzaghi trascina il Milan come suo solito: naturali i confronti tra Pato, Pippo e gli altri grandi ex bomber del diavolo. L'impressione è che il brasiliano unisca il vorace opportunismo di SuperPippo alla tecnica cristallina del miglior Shevchenko, in un mix unico tra prima punta rapace e seconda punta poliedrica. Proprio dopo le vacanze in America, Pato si presenta alla nuova stagione promettendo di migliorare sotto porta, come prima punta. L'avvio di stagione lo vede un pò ai margini, ma dopo qualche partita Pato torna a brillare tra i titolari e delizia i tifosi con un paio di gol (Lazio, Zurigo): tuttavia potrebbe fare di più, e Ancelotti lo pizzica quando cerca il dribbling esagerato o la fuga sulla fascia. Il mister chiede maggiore concretezza,e dopo un ottobre difficile (l'unico mese senza gol) Patinho riesplode a novembre, imprimendo una forte determinazione al suo gioco: l'ultimo mese del 2008 è un crescendo di gol e super prestazioni, e si ricollega al 2009 in maniera lineare e altrettanto esplosiva: doppietta magica all'Olimpico, rete stellare alla Fiorentina. Il percorso di crescita del ragazzino è in discesa, il potenziale è impressionante e la maglia rossonera gli sta troppo bene: per uno di 19 anni non è poco sentirsi coccolato come in una famiglia, e le sue parole dolci nei confronti del Milan sono la migliore istantanea di un rapporto incredibile. CLIC: PATO, scheda e carriera.



MILAN STORY- 1904/1905: FUORI A SUON DI GOL

Milan eliminato dopo un derby vibrante con l'US Milanese: partita all'insegna del gol, che termina 3-3 all'andata e 6-7 al ritorno! Il Milan vince però la Palla Dapples e affronta i primi impegni internazionali.

LA STAGIONE IN UN DERBY: il Milan in campionato parte affrontando i neonati cugini della US Milanese, e ne esce un 3-3 scoppiettante. Il Milan va sotto di due gol, poi rimonta, subisce il nuovo svantaggio ma acciuffa il pari con un guizzo di Trerè I, milanese purosangue. Nell'US Milanese brilla un grande ex, Agostino Recalcati: l'attaccante, protagonista dello sdcudetto 1901, realizza una grande tripletta alla sua ex squadra. Tra i rossoneri mette invece a segno 2 gol Gustavo Carrer, che dopo quest'unica stagione al Milan tornerà rossonero nel 1909, giocando 40 partite totali (8 gol) fino al 1912. Al ritorno Trerè fa altri 2 gol, e i rossoneri vanno 6 volte a bersaglio. Prova di forza? Tuttaltro: i cugini ne fanno addirittura 7 e, clamorosamente, il Milan è eliminato. In gol va anche Giuseppe Rizzi, un buon centravanti che in 2 stagioni segna 3 reti in 7 gare ufficiali; Rizzi si riveste di rossonero nel 1910 e, dopo un anno di ambientamento (1 gol), nel 1912 chiuderà con 12 gol in 15 partite. Per Herbert Kilpin, il capitano, è la sesta stagione di Milan: nessuno come lui. Kilpin gioa in difesa con Suter, mentre la stella è proprio Alessandro Trerè: fino al 1907 giocherà 11 gare, con 7 gol in rossonero. Il Milan si consola dell'eliminazione vincendo la prestigiosa Palla Dapples, un premio messo in palio più volte in una stessa stagione, e affrontando i primi impegni internazionali: le amichevoli con San Gallo e Lugano.

domenica 18 gennaio 2009

MILAN-FIORENTINA 1-0 (SERIE A, 19a GIORNATA)

URLO ROSSONERO

San Siro si raccoglie attorno a Kakà, Pato abbatte la Fiorentina: emozioni forti in quella che potrebbe essere l'ultima notte di Ricardo con la maglia del Milan.

MILANO. San Siro si stringe attorno a Ricardo Kakà, per dimostrargli tutto il proprio calore nelle ore più calde della trattativa che potrebbe portarlo suo malgrado al Manchester City: il Golden Boy scende in campo dopo una giornata di lacrime e tormenti, e ispira un buon Milan nel match di prestigio contro la Fiorentina di Alberto Giladino. A decidere è una stoccata da Maestro del sempre più straordinario Alexandre Pato, al ventesimo gol in rossonero, quinto nelle ultime tre partite di una stagione che lo ha visto andare a bersaglio già 11 volte: 9 in campionato e due in coppa Uefa. Ancelotti ripropone David Beckham dal primo minuto, in linea con Pirlo e Ambrosini, e l'inglese gioca una partita ordinata e senza clamori. In difesa la coppia Maldini-Favalli, con Zambrotta e Jankulovski esterni: finalmente il ceco ha dato prova di grande efficacia anche indietro, coprendo e attaccando con decisione, cosa che da qualche tempo gli capitava solo partendo da esterno di centrocampo. Ronaldinho non ce la fa,e con Kakà dietro a Pato si piazza Seedorf. Gli occhi di tutti sono puntati su Kakazinho, che cerca il gol con una veemenza incredibile: le sue discese, le progressioni di forza e gli inserimenti disperati non hanno portato, però, quello che avrebbe potuto essere il suo ultimo sigillo rossonero. Per un pò la Fiorentina cerca di fare gioco, ma Gilardino a San Siro si conferma assolutamente impalpabile, e alcuni poderosi interventi di un grandissimo Abbiati mettono il bavaglio ai suoi compagni; così i rossoneri tornano ad agitare i cuori della Sud con i guizzi di Kakà e Pato, nonostante un Seedorf ancora deludente. I tre punti finali sono una boccata d'ossigeno, e mentre il plurititolato fenomeno rossonero saluta la torcida urlante, in molti avranno rivolto lo sguardo al Paperino nuovo trascinatore del Diavolo.



MILAN-FIORENTINA 1-0. MARCATORE: Pato al 7' p.t. MILAN (4-3-2-1): Abbiati; Zambrotta, Favalli, Maldini, Jankulovski; Beckham (Senderos dal 36' s.t.), Pirlo, Ambrosini; Kakà, Seedorf (Flamini dal 24' s.t.); Pato (Ronaldinho dal 33' s.t.) (Dida, Antonini, Shevchenko, Inzaghi), All: Ancelotti FIORENTINA4-3-1-2): Storari; Comotto, Kroldrup, Gamberini, Vargas; Kuzmanovic (Bonazzoli dal 27' s.t.), Felipe Melo, Montolivo; Santana (Gobbi dal 37' s.t.); Gilardino, Jovetic (Seculin, Zauri, Dainelli, Donadel, Semioli,). All. PrandelliARBITRO: Rosetti di Torino NOTE: spettatori 65.692 per un incasso di 1.318.730,71 euro. Ammoniti Vargas, Comotto, Beckham per gioco scorretto. Al 46' s.t. Jankulovski espulso per doppia ammonizione. Angoli 6-8. Recuperi 0' p.t., 3' s.t.


LE PAGELLE

ABBIATI 7 Sfodera almeno tre interventi da galleria: Cristian è uno dei rossoneri più decisivi nel corso di questa stagione, e si mantiene a livelli elevatissimi. E' davvero tornato l'Abbiati del primo periodo rossonero, quello del sedicesimo scudetto e dei voli verso il sole! ZAMBROTTA 6 Buon apporto soprattutto in avvio, in spinta e in copertura. MALDINI 6,5 Nessuna sbavatura, anzi un dribbling con colpo di tacco che fa godere il Meazza. Si porta anche in avanti per cercare di spingere sui calci piazzati. FAVALLI 6 Solita prestazione precisa e ordinata. JANKULOVSKI 6,5 Finalmente Janku! Finora in difesa era sembrato confusionario, e solo partendo da centrocampo avevamo ammirato il forte fluidificante ammirato già a Udine, ma anche nella stagione della settima Champions. Con la viola non si distrae dietro e si propone con scambi, cross, incursioni positive pur giocando da terzino. BECKHAM 6 Benino, meno che con la Roma: meno cross e meno precisione, ma ci mette impegno (SENDEROS sv). PIRLO 6 Nello scontro con l'erede Montolivo non si prende troppo risalto ma cuce con dedizione l'azione. AMBROSINI 6 Non si risparmia mai, come sempre. SEEDORF 5 Ancora un'apparizione scialba, imprecisa, confusionaria. Stagione davvero declinante per Clarence (FLAMINI sv). KAKA' 6,5 Potrebbe essere il suo addio, e vuole bagnarlo con un gol: galoppa, attacca, cerca di duettare e imboccare Pato, cerca il tiro, cerca di scaldare un San Siro già stretto attorno al suo cuore. Il campione gioca bene, non è la sua miglior partita perchè manca la serenità e la lucidità, ma anche così si dimostra letale, devastante. Imprescindibile: medita su questo aggettivo, Società. PATO 7,5 E segna sempre lui: il ragazzino non si fa distrarre dal caso Kakà e regala l'undicesimo gol stagionale con una colpo da biliardo fantastico. E tanti altri guizzi di classe e sostanza: cresce vertiginosamente (RONALDINHO sv).

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IRRESISTIBILMENTE PATO: 'MA DEVO ANCORA LAVORARE MOLTO'
'DEVO FARE LA MIA STORIA'

MILANELLO - Da quando gioca nel Milan, è trascorso poco più di un anno (era il 13 gennaio 2008...) dalla sua prima partita ufficiale in rossonero, Alexandre Pato ha segnato 20 gol in partite ufficiali in 369 giorni. E' vero che fra Campionato, Champions League e Coppa Uefa, le sue presenze ufficiali sono 44, ma se si calcolano i minuti effettivamente giocati (2728) le partite intere giocate dal talento di Pato Branco sono 30. Una media superiore, quindi, la sua, al gol ogni due partite. Alexandre Pato in questa stagione ha segnato 11 gol: sei a San Siro contro Zurigo, Lazio, Wolfsburg, Udinese e Fiorentina, cinque in trasferta contro Reggina, Torino, Juventus e Roma. La sua crescita era quindi attesissima. Quelli della scorsa stagione, dunque, non erano solo germogli, episodi fini a sè stessi. Tutto ciò di cui si era accorto il Milan dal settembre al dicembre del 2007, quando Patinho si allenava e basta, non era gomma da masticare, non era retorica fine a sè stessa. Il 2008, e il primo sussulto del 2009, parlano chiaro: Pato ha avuto a disposizione nel Milan nove mesi e mezzo di calcio italiano, da gennaio a maggio e da settembre ad oggi. In questi nove mesi ci sono stati un paio di infortuni (il più lungo da smaltire quello alla caviglia a Firenze a inizio febbraio) e il giro del mondo fatto in occasione delle Olimpiadi e delle varie convocazioni per la Nazionale brasiliana. Bene, in questi nove mesi le cifre sono nitide: 9 gol in campionato da gennaio a maggio, 9 in campionato più 2 in Uefa da settembre ad oggi. In totale fanno 20. Più i due gol in Nazionale brasiliana: squadra "A" a Londra contro la Svezia e Olimpica in Cina contro la Nuova Zelanda.

ALEXANDRE PATO: "Questa sera la squadra ha giocato un bellissimo calcio e siamo riusciti a conquistare tre punti importanti per la classifica. Sono contento di aver anche realizzato un bellissimo gol sul passaggio di Jankulovski e mi fa piacere essere paragonato a Ronaldo, lui è il mio idolo e ha fatto tanto per la mia nazionale. Io comunque devo lavorare molto perchè sono Pato e devo fare la mia storia. Non ho passato un momento facile durante le Olimpiadi la scorsa estate perchè avevo compagni di squadra più forti, poi sono arrivato a Milanello e ho parlato con il mister e con i miei compagni che mi hanno dimostrato di credere in me. Mi sono allenato e ho cercato di fare del mio meglio. Kakà? Credo che lui debba fare quello che si sente, Se resterà con noi saremo tutti contenti perchè insieme siamo una grande squadra, ma lui ha una famiglia ed è giusto che scelga quello che desidera. Beckham? E' davvero un grande giocatore ed è in grado di mettere la palla dove vuole. Sono contento che lui sia con noi e sono felice di poter giocare con lui." CLIC: l'irresistibile crescita di Pato

CANNONIERI ROSSONERI: 11 GOL PATO (9 in campionato/ 2 in UEFA/ 0 in coppa Italia). 9 GOL: RONALDINHO (7/2/0). 7 GOL: KAKA' (7/0/0). 4 GOL: INZAGHI (2/2/0)3 GOL: AMBROSINI (2/1/0). 2 GOL: SEEDORF (2/0/0), BORRIELLO (1/1/0), SHEVCHENKO (0/1/1). 1 GOL: ZAMBROTTA (1/0/0), JANKULOVSKI (0/1/0), GATTUSO (0/1/0).
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COMMENTI A CALDO

GIANLUCA ZAMBROTTA: "Sono contento per la mia prestazione, oggi è stata la partita in cui mi sono sentito meglio. In generale, invece, era importante vincere questa partita contro la Fiorentina che è una diretta concorrente per la Champions League quindi per il momento abbiamo un avversario in meno e abbiamo conquistato tre punti importanti. Ultimamente abbiamo preso troppi gol, questa sera invece anche la fase difensiva è andata bene, eravamo più attenti. Abbiamo disputato una buona gara, soprattutto nel primo tempo. Domenica andremo a Bologna, è tanto tempo che non riusciamo a vincere in trasferta e questo ci può dare uno stimolo in più per fare bene. Kakà? Oggi sicuramente aveva un'emozione in più, sia i tifosi che noi compagni teniamo molto a lui e vorremmo che restasse con noi, ma ci sono alcune scelte nella vita che bisogna affrontare. Speriamo rimanga. L'atmosfera che c'era allo stadio questa sera ci ha dato una carica in più, si sente che i tifosi sono attaccati in meniera particolare." DAVID BECKHAM: "E'stata una partita difficile per tutte le circostanze e per l'atmosfera che c'era intorno. La cosa importante era vincere e ci siamo riusciti, abbiamo giocato meglio. Sulla vicenda di Kakà tutti vogliono sapere, noi vorremmo che lui restasse. E' comunque un uomo adulto che deve prendere le sue decisioni da solo, lui ama questa città, vedremo cosa deciderà. E' uno dei più grandi giocatori al Mondo, ogni club lo vorrebbe, ma la decisione dipende da lui. Non si tratta solo di una questione di soldi, perchè il calcio è passione e ad ogni giocatore piace giocare con un club importante e con giocatori importanti."

CLASSIFICA SERIE A
43 Inter 25 Catania
40 Juventus 25 Cagliari
37 Milan 23 Udinese
35 Genoa 22 Siena
33 Napoli 20 Sampdoria
32 Fiorentina 19 Bologna
31 Lazio 17 Lecce
30 Roma 15 Torino
29 Palermo 13 Reggina
27 Atalanta 13 Chievo Verona


GALLIANI E ANCELOTTI

ADRIANO GALLIANI: Pato è un grande giocatore non credo che a 19 ci siano giocatori così forti, siamo felici dei esserci arrivati per primi, così come abbiamo fatto per kakà. Dopo 23 anni da Amministratore delegato del Milan non so dare spiegazioni al rendimento diverso tra le partite giocate in casa e quelle in trasferta. Questa più o meno è la stessa sqaudra dell'anno scorso quando vincevanmo in trasferta e non in casa, non si spiega perchè vinciamo in casa e non in trasferta... Gattuso ci manca tanto, nel calcio capitano anche gli infortuni, ma io credo che rientrerà molto prima del previsto. Soffriamo, ma andiamo avanti. Molto bene Abbiati ha giocato una grande partita, non mi è dispiaciuto neanche Beckham che sta dando una mano tecnicamente alla nostra squadra. Speriamo che Nesta possa rientrare con la squdra già avanti con la preparazione, incrociamo le dita e speriamo di recuperarlo. Io sono un tifoso come tutti gli altri e però devo fare anche funzionare la ragione per far quadrare i bilanci, per collegare sentimenti e ragione ad oggi nè il milan nè il giocatore hanno firmato niente, non si poteva non pensare in un momento come questo di crisi mondiale. Un Club con un bilancio sano ha più certezze di andare aventi nel tempo. Non pensino che chi gestisce il milan non abbia sentimenti. Lunedì arriva l'ingegner Bosco Leite il papà di Kakà, ma non penso che possa essere il giorno decisivo. In ogni caso la decisione che verrà presa sarà condivisa dal Milan e dal giocatore. Non ci sono rotture, tra la società e il giocatore, ragioneremo e parleremo. Ho sentito anche il presidente Silvio Berlusconi che ha visto la partita in un bar in Sardegna (si trova li per motivi di impegni politici) e non voleva perdere un minuto di queto match. CARLO ANCELOTTI: La cosa più importante sono i tre punti, importanti contro una squadra che lotta come noi per la Champions League. E' stata una partita ben giocata nel primo tempo più che nel secondo. L'anno scorso facevamo bene in trasferta e non in casa quest' anno invece, a parte la prima partita (contro il Bologna n.d.r), le abbiamo vinte tutte. Questa è la squadra che deve vincere anche in trsferta e lo faremo. Pato era quello che vedevo in allenamento, non mi va di mettere troppa pressione è straordinario e fondamentale. Kakà ha giocato da punta, bene anche Seedorf in fase difensiva, ma bisogna valutare tutto. La squadra ha giovato della sua posizione in campo. E' uscita una notizia forte (la proposta del Manchester City n.d.r.) e i tifosi hanno manifestato affetto per giocatore che se lo merita. Quello che sarà nessuno lo può sapere, può succedere d tutto credo che la società abbia il dovere di valutare questa offerta. Kakà al Milan è ed è stato importante e penso che lo sarà per i prossimi anni, questo è il mio pensiero da tifoso. Kakà è una ragazzo equilibrato e serio valuterà tutto con molta attenzione. Ora inizia il giorone di ritorno possiamo miglirare molto e se siamo bravi possiamo arrivare ad 80 punti.