mercoledì 25 febbraio 2009

MILANSTORY- 1911/1912: UN ATTACCO STELLARE

Un Milan fortissimo, dall'attacco eccellente, chiude a un soffio dai campioni della Pro Vercelli. Van Hege e Cevenini segnano 18 gol in 17 partite ciascuno, Rizzi chiude a quota 12. E dietro brilla Renzo De Vecchi.

DA QUESTA stagione il Milan gioca anche all'Arena Civica. E' un Milan che punta in alto, che vince subito la Scarpa Radice messa in palio dal suo ex portiere, ma che conclude ancora al secondo posto in campionato, a un soffio dalla Pro Vercelli: una sola sconfitta in 18 partite costa quel punticino di differenza che dà la gloria ai bianchi piemontesi. Resta l'orgoglio di un'annata straordinaria, nella quale la Juventus viene presa a calci all'andata (4-0) e al ritorno (8-1), un'annata in cui i rossoneri segnano 60 reti in 18 match, subendone solo 10. In panchina si siede Ernesto Belloni; salutato il grande bomber Max Tobias, rossonero per una fugace, immensa stagione, il capitano diventa Rizzi. In porta vola Barbieri, alla migliore annata: un gatto sicuro e insuperabile. Due bandiere svettano in difesa: il baby prodigio De Vecchi e il grande Marco Sala, alla sesta annata in rossonero. Trerè guida il centrocampo, affiancato da Lovati e dal sempre regolare Attilio Colombo. Pronto in panchina c'è sempre Scarioni. L'attacco stellare si compone del duo delle meraviglie Van Hege-Cevenini, che in due segnano 36 reti: 18 a testa. A completarli c'è un eccezionale capitan Rizzi, c'è l'estro gaùcho di Bavastro, c'è la quantità volenterosa di Carrer.

DEBUTTO stagionale in casa col Piemonte (1-1), risultato identico a Vercelli con gol di Lana; poi il Milan decolla e travolge l'USM con una grande tripletta di Van Hege. A segno vanno anche Rizzi e Cevenini:6-0. La trasferta in casa della Juve diventa incredibile: il Milan domina e asfalta i bianconeri, trascinato da un grandissimo Giuseppe Rizzi. Il capitano realizza tre reti, Cevenini completa l'opera. Non contento, il Milan va a prendersi anche il derby. Ed è ancora Rizzi l'eroe della giornata. L'ex Bontadini III apre le danze, pareggia il Milan con rigore del "Figlio di Dio" De Vecchi; al '79 il capitano trova la rete della vittoria. E' un momento d'oro per Rizzi, alla miglior stagione della carriera: gioca in attacco, corre e si muove su tutto il fronte, capitalizza come un vero bomber e crea spazi e occasioni per i compagni. Sempre lui griffa la trasferta dal Casale (1-0). Battuto il Torino (doppietta di Cevenini, al terzo gol stagionale: fin qui era andato a fari spenti, ma ora inizia la sua vera stagione; a segno pure Van Hege), il Milan cade a Genova ma si rialza subito e piega l'Andrea Doria con le sue punte scatenate: doppietta per Van Hege e Cevenini, non ce n'è per nessuno. E' la bellezza di Van Hege: si integra a meraviglia con chiunque, segna sempre, in qualsiasi condizione psicofisica, tecnica o tattica. Un mostro del gol. Il girone di ritorno inizia in casa del piccolo Piemonte. Brilla l'astro tutto sudamericano di Julio Bavastro, la mezzala uruguagia dal passo fatato e dalla tecnica morbida. Bavastro apre le marcature, poi raddoppia: sono i primi centri in rossonero, per lui che ha sempre preferito imbeccare i cannonieri di famiglia piuttosto che provarci in prima persona. Il solito van Hege timbra il cartellino. Arriva così lo scontro diretto con la Pro Vercelli, che è tutto un film. Rossoneri avanti con capitan Rizzi, sembra un sogno; e invece Rampini e Milano ribaltano la situazione. Quando ormai le speranze dei tifosi sono scemate, l'arbitro fischia un rigore per il Diavolo. Sul dischetto si porta il terzino De Vecchi, sempre più ammirato e idolatrato quale monumento nazionale e giovane più forte di tutto il movimento italico: rete e 2-2 in archivio. La caccia al titolo del Milan prosegue in casa dell'USM, regolarmente asfaltata: Cevenini apre e la doppietta dell'insaziabile Van Hege chiude; in mezzo, il terzo rigore di De Vecchi e il terzo gol stagionale di Bavastro. A Milano arriva la Juventus, assetata di vendetta dopo lo 0-4 dell'andata. Per i bianconeri però sarà una giornata ben peggiore, perchè sulla loro strada si manifesta un incubo, un ciclone chiamato Luis Van Hege. Cevenini porta il Milan avanti, il bomber belga segna al '20 e il primo tempo si chiude così. La ripresa è l'ultima occasione che la Juve ha di vendicarsi, ma già al'59 Van Hege infilava la sua doppietta, triplicando dopo '6. Agile, scattante, rapido, il belga fa macerie della difesa bianconera. Al '74 realizza il suo poker. Sadico, affamato, implacabile, mette a bersaglio la quita rete dopo appena cinquanta secondi: mostruoso. I difensori juventini sono allucinati dal fantasma belga, e Rizzi ne approfitta per gustarsi un'altra doppietta succulenta. E' una strage, il Milan vince per 8-1 e i tifosi impazziscono di gioia. Ma la loro festa non è finita: perchè una settimana dopo c'è il derby, ed è Carrer a improvvisarsi bomber di razza infilando l'1-0. La mezzala volenterosa e propositiva sale alla ribalta e segna così il suo unico gol stagionale. Van Hege, come se non fosse sazio di reti, celebra ancora una volta la sua immensità con un'altra doppietta! Il Milan vola, è forte e segna con grandissima quantità: 6-0 al Casale (tripletta di Cevenini, gol di Van Hege, Rizzi e Bavastro), 4-0 all'Andrea Doria (doppietta di Rizzi, reti di Cevenini e, da rigore, del solitoVanHege) e 6-1, a domicilio, sul Torino: autentico protagonista è Cevenini, autore di 5 reti incredibili. De Vecchi mette anche la sua firma. All'ultima giornata non basta vincere, serve che la Pro Vercelli non vinca: purtroppo non va così, e il Milan (che batte 1-0 il Genoa) termina secondo a -1. Curioso che in gol vada ancora Cevenini: aveva fin lì segnato 17 reti, una meno di Van Hege, entrambi in 17 partite giocate: col centro di quell'ultimo turno sale a 18 e raggiunge l'amico belga, a dimostrazione ennesima dell'infinito potenziale offensivo di quel Milan.

ASSOLUTO VAN HEGE. Il bomber belga è la stella del campionato italiano. Un assoluto rapace del gol, capace di prodezze in serie di fattura estrema. Van Hege realizza 18 reti in 17 partite, segna in tutti i modi: d'opportunismo, in acrobazia, da rigore, di mirabilia. Un fuoriclasse di razza superiore, un bomber a caratteri cubitali. Come del resto il suo partner d'attacco Aldo Cevenini, anche lui in rete 18 volte in 17 match. Capitan Rizzi dà un altro contributo enorme, rispolverando i suoi guizzi da bomber di grande quantità: dopo lo scudetto 1907, la parentesi Ausonia e il ritorno da mezzala, Rizzi torna a giostrare in attacco e segna 12 reti. Bavastro inventa, crea occassioni e trova pure 4 gol. In difesa svetta sontuosa la classe di De Vecchi, un perno che tutta Italia ammira e invidia: la sua fama è una cosa incredibile per l'epoca, equivalente a quella di un campione moderno. Senza però essere divo televisivo: De Vecchi ha costruito la sua leggenda solo in campo, con dedizione, passione e bravura infinita, un terzino di lusso che col compagno Sala blinda la difesa. De Vecchi gioca tutte le 18 partite e segna 4 gol, inventandosi rigorista chirurgico. Trerè è il faro del centrocampo. In campo si vede anche Guido Moda, che saluta il suo Milan con l'ultima presenza in rossonero. Completano la rosa Ferrario, Schiantarelli e Cevenini III, fratellino dell'Aldo nazionale.


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